La schiena gobba, l’occhio stanco, la camicia di fuori e piena di macchie e un pacchetto di patatine aperto affianco a te che ha riempito l’aria di un odore misto tra il formaggio scaduto e l’intimo sudato.
Non vieni da una rissa e no, non sei seduto su un muretto fuori da uno squallido discopub nel quale hai invano cercato di far ubriacare qualche straniera per poi ritrovarti a parlare di Kant col cartello del divieto di sosta.
È la tua normale postura da lavoro dopo il pranzo.
E anche prima del pranzo, a dirla tutta.
Che poi in realtà sono le otto passate, è quasi ora di cena: lo intuisci dal brontolio del tuo stomaco.
‘Prenditi una laurea’ – dicevano.
‘troverai un bel posto di lavoro’ – dicevano
Fanculo, se dovevi lavorare 12 ore al giorno ed essere pagato meno di un muratore del Belize era meglio se facevi il giostraio.
Almeno stavi all’aria aperta.
“ti dai una sistemata? Pari un barbone”
Il tuo nuovo manager, Mister M., siede di fronte a te, impeccabile nella sua giacca e cravatta sempre perfettamente abbinati, ti guarda tutto il giorno con aria truce e tutte le volte che può si preoccupa di ricordarti che non è contento di te.
Ogni tanto ti lancia qualcosa per consolidare il suo status di ‘padrone’: ha un’ottima mira e tu dei riflessi di merda.
Probabilmente si droga.
Ne hai sempre avuto il sospetto, sin da quando lo hai visto la prima volta.
Non tanto perché lavora 16 ore al giorno ma perché ogni volta che tira sul col naso sembra di stare in una falegnameria del Canada centrale.
Poi ha due narici che potresti tranquillamente infilarci un pennarello Uniposca senza neanche trovare resistenza.
E non sbatte le palpebre.
Mai.
Sì, sicuramente si droga.
Di un’altra cosa sei inoltre sicuro: gli piace darti addosso, tipo i segugi.
“hai finito di fare quella cosa?”
“quale delle tante?”
“quella che t’ho dato da fare cinque minuti fa…”
“ma…ma ci vogliono almeno 3 ore! E non l’ho neanche capita bene”
“ti do fino alle 8 e mezza poi la voglio pronta”
“ma sono le 8 e 15! E, ripeto… non sono neanche sicuro di averla capita”
“perché stai sempre a pensà ai cazzi tuoi!”
“beh ogni tanto…”
“ecco, vedi? Sbrigati”
Ok, hai 15 minuti hai fame e sei stanco.
Eppure 15 minuti sono tantissimi: Dio solo sa cosa puoi fare in quindici minuti.
O in 10.
Un paio di volte anche in 5 a dir la verità.
‘Ok – pensi tra te e te – ‘adesso ti ci metti e vedrai che…’
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
Fai finta di niente sperando che il telefono si autodistrugga.
Non succede.
DRIIIIIIIIIIIIIIIN
Ok non puoi fare finta di niente: il volume della suoneria è troppo alto e ci sei solo tu nella stanza.
E il tuo capo.
E poi c’è Tom, il barbone che ogni sera si addormenta sulle scale fuori l’ingresso, ma dubiti che possa avere un cellulare: il telefono è palesemente il tuo.
“Vedi che sei sempre a cazzeggiare, eh!?”
Freddo e implacabile il giudizio di Mister M. ti colpisce dritto al petto
“ma no veramente… sarà la Figura Materna, vorrà sapere dove sto… in fondo sono solo le 8 di sera sto qua dalle 9 di mattina è quasi sequestro di persona”
Rispondi al telefono, con tutte le difficoltà che può avere chi usa uno schermo touch dopo aver mangiato un pacchetto di patatine.
“nonHAIcapitoORLANDOstaQUAsbrigatiAscende!”
“eh? Ma che hai detto? Ma poi chi sei!”
“sono La Biondina, sbrigati, scendi! Pausa sigaretta!”
“ma devo fare una cosa…”
“ti aspetto giù, cià.”
“ma non stai a casa?”
“faccio il tuo stesso lavoro, idiota, SCENDI!”
“ma… veramente..”
Ha già attaccato.
Guardi il tuo capo con lo sguardo tipico del cucciolo di cane che si è reso conto che il cuscino della nonna sul divano non è il posto corretto dove orinare.
Sbatti gli occhi: vuoi scendere.
Vuoi scendere.
Vuoi scendere.
Non hai ben chiaro cosa vuole La Biondina da te, ma vuoi scendere e lo vuoi scoprire
Ti alzi.
“beh, dove credi di andare?”
“no è che mi serve un po’ di aria”
“l’aria c’è pure qua…”
“aria… fresca dico, qua c’è odore di chiuso”
“apri una finestra allora… ”
“non posso, non si aprono: sono anti suicidio. Se no sai da quanto m’ero lanciato di sotto…?”
“ti do 5 minuti..”
“ma stiamo al 5 piano, solo per arrivare giù e salire me ne servono 7…”
“il tempo scorre…”
Ignori ogni tipo di calcolo e ti allontani dalla scrivania.
Manuale del cacciatore, regola 37: quando una donna ti chiede di andare da lei, tu vai. Specie se ha fretta. Sarà grata della tua disponibilità e ti premierà doverosamente. Non cercare di capire cosa vuole. Tanto non lo sa neanche lei
Ps: porta con te sempre un goccio di rum. Aiuta.
In realtà la regole del Manuale con fatica si applicano a La Biondina, in quanto dal momento in cui vi siete conosciuti vi lega quel qualcosa che ogni bravo cacciatore teme: la Friendzone.
Riecheggia ancora nelle tue orecchie la conversazione avvenuta quel triste giorno tra te e La Biondina, al suo primo ingresso in ufficio:
“ciao, vuoi essere mio amico?”
“tendenzialmente… no. Che poi… poi neanche ti conosco!”
“sono La Biondina! Piacere. Dai, so che saremo grandi amici, per sempre immagino, visto che mi sei simpatico… va bè vado, ciao!”
Forza remota e potentissima la Friendzone è il nemico di ogni atto di caccia, l’annichilirsi di ogni intenzione con finalità orizzontali: è un fredda, cinica ed ingiusta sentenza all’ergastolo.
Nessuno è in grado di spiegarne l’origine, ma tutti ne conoscono gli effetti: non si va a punti.
Eppure il Manuale, nella sua completezza di temi, affronta di petto la questione.
Preludio al Manuale del Cacciatore: la gnagna è gnagna. Non si fanno prigionieri. Non si fanno discriminazioni. Gli insegnamenti si applicano su ogni tipo di preda. La regola dell’amico è una cazzata.
Gli 883 non ci hanno capito niente probabilmente, ma almeno hanno sfornato un sacco di canzoni che piacciono alla gnagna e che due volte su tre funzionano per rompere il ghiaccio.
Specie ai falò.
Specie se c’è qualcuno con la chitarra.
Anche se di solito quello con la chitarra non scopa mai, ma proprio mai.
Ti perdi in questi ragionamenti mentre scendi le scale a due a due, rischiando più volte di cadere: le tue ossa non più sono abituate al movimento. Arrivi col fiatone, e ad essere sincero, anche qualche conato di vomito dovuto allo sforzo.
Ti aspetta nel cortile interno, vedresti quei voluminosi ciuffi biondi da chilometri.
Ti viene incontro euforica:
“ODDIOnonHAIcapitoC’E’Orlando!”
“eh?”
Noti accanto a lei una figura maschile: i tuoi occhi, forse per difetto di natura, tendono a non fare caso a persone di sesso maschile sconosciute se non proprio quando è strettamente necessario per non sbatterci contro.
La figura maschile assume dei contorni.
“E’ Orlando?”
“ma chi?”
“Lui”
“ma che ne so chi è, chi cazzo lo conosce!”
“no, scemo. Guardalo: non è uguale a Orlando Bloom?”
“ma io pensavo che volessi dirmi qualcosa di importante…”
“e guardalo!”
La figura maschile, piano piano prende forma in un viso a punta dai capelli lunghi e leggermente mossi, occhi marroni, naso rigido ma elegante e un sorriso perfetto: Michelangelo Buonarroti probabilmente si ispirò a quest’uomo per fare il David, con un anticipo di 500 anni sui tempi.
Allunga la mano, si presenta.
Per lo stesso difetto di prima, le tue orecchie tendono a non fare caso a nomi di sesso maschile di cui ti importa poco: ignori pertanto il suo nome.
La Biondina insiste:
“Guardalo, guardalo, guardalo! E’ proprio lui. Uguale a Orlando Bloom, cavolo”
Già, cavolo.
Un altro cacciatore, l’ennesimo.
Solo che a differenza dei casi umani che si presentano di solito, questo potrebbe essere una vera spina nel fianco.
Da quando le risorse umane prendono bei ragazzi?
Cazzo, pensavi che solo la gnagna potesse saltare il test di inglese e quello di logica e ricevere direttamente l’offerta di lavoro.
Senti freddo. Dentro
Ma anche fuori in realtà, sulla pelle: un’oggetto probabilmente metallico si posa sulla tua spalla destra da dietro
“ma che cazz..”
“non ti girare”
“ah sei tu?..”
“chi altri”
Provi a voltarti per vedere la tua Ansia dritto negli occhi
“non ti girare, ho detto”
“ok… ho capito… ma che è ‘sta cosa fredda… una spada?”
“un’ascia, ti piace?”
“insomma…un po’ troppo vicina al mio collo, no?”
“è perché sono vestita da Gimli. Gimli ha l’ascia…”
“da chi?”
“Gimli, il nano del Signore degli Anelli…”
“e da quando ti traversi?”
“mi sembrava in tema col contesto…sai…c’è Orlando… Legolas… ti dice niente?”
“ho capito, ho capito…”
“ma parliamo di cose serie: t’ha detto male eh…”
“in che senso?”
“come in che senso? Guardalo. Guarda questo tizio nuovo qua”
“senti ma mi togli l’ascia dal collo?”
“no! comando io! Tu, invece, guarda il tipo…non ti senti piccolo e inutile di fronte alla sua bellezza?”
“eh…si, lo vedo…carino…” – minimizzi
“carino? Questo le conquista solo guardandole. Non si deve neanche sforzare. Guardalo. Mi fa venire voglia di portarlo in un angolo buio e fargli un be..”
“e che schifo, dai! Smettila!”
“Tu, il Manuale, tutte le tue tattiche: sono tre anni che lavori qua dentro e non hai portato a casa mezzo punto”
“beh aspetta, quella a Milano..”
“quella non conta, ha messo la lingua nella bocca di mezza Milano. Ringrazia Dio che non t’ha attaccato l’herpes”
“ma il Manuale del Cacciatore dice che conta tutto”
“Il Manuale del Cacciatore non ha visto che razza di cofano incidentato era, quella di Milano…”
“non c’è bisogno di essere cosi puntigliosi”
“Ce n’è. E comunque lui porterà a casa dieci volte i risultati che hai portato te, solo che in un mese. Pensa in tre anni che può fare”
“ma…veramente”
“niente ma. Guardalo. Riccio, sbarbato, impostato, mica come te che pari un nomade che ha rubato il completo al manichino di Zara… cos’è? Cosa sono quelle? Macchie di patatine?”
“eh…avevo fame..”
“poi dici che non combini nulla..”
Colpito e affondato. Guardi il tipo di fronte a te.
Non puoi negare che assomiglia a Orlando Bloom, solo che più bello…ma come cazzo è possibile?
Come gli è saltato in mente di studiare quando poteva fare il modello, o l’attore o…entrambe le cose?
Si dice che chi c’ha il pane non c’ha i denti.
Lui ha pane, denti e gnagna: 21 vittoria, grande baldoria
“però non demordere, fai come hanno fatto quando gli orchi hanno occupato il Fosso di Elm”
“eh? Ossia?…però se parli così io non ti seguo!”
“il Fosso di Elm, è dove al signore degli Anelli hanno resistito all’assalto del nemico…sai che è successo il quinto giorno?…guardando a est…alba? ti dice nulla?”
“senti io non lo so, non sono io quello nerd, è Roberto. Lui ti parla pure in elfico se vuoi, ti giuro. Io ho guardato il film solo per l’elfa patata…che poi boh non era neanche così patata”
“al terzo giorno arriva Gandalf! I rinforzi! E’ una metafora, coglione!”
Non capisci
“un metafora per dire… cosa?”
“Hai degli amici, anche se non so cosa ci trovino in te… sentiti con loro no?”
DRIIIIIIIIIIN
Il telefono squilla. Lo ignori. Anzi, attacchi. Hai da fare.
Ansia è sparita: difficile credere che ti abbia appena dato un consiglio eppure forse parlare con i tuoi amici ti può aiutare.Ti allontani dai due con la scusa di dover rientrare.
Scrivi un messaggio, breve ma ricco di contenuti, sul vostro gruppo Whatsapp: “gente, qua c’è uno superfregno che potenzialmente ma anche realisticamente mi porterà via tutte le prede con uno schiocco di dita…che devo fare, ci divento amico e vivo dei suoi scarti?”
Risponde per primo Valerio.
Ti sei sempre chiesto come faccia ma ci mette sempre meno di 5 secondi a rispondere a qualsiasi tipo di forma di contatto.
Valerio: ‘fallo fuori. Fallo fuori e poi nega la sua esistenza. Nega di averlo mai visto e/o conosciuto. Tanto se è tardi in ufficio, quanti l’avranno visto? Pochi.’
‘io non credo sia la soluzione, no?’
Valerio: ‘Fallo fuori e poi li convinci che era un illusione o una proiezione del loro io dovuto ad un paradosso parmenideo nel normale flusso del tempo. Fidati, fallo fuori… poi aspettami che vengo col pandino di zio e nascondiamo il cadavere…magari lo gettiamo nel Tevere e diamo la colpa a Casapound’
‘ma che cazzo dici Valè! Dai’
Non puoi fare affidamento su di lui, è troppo squilibrato.
Aldo: ‘Eh, c’ha ragione er pazzo eh… te do ‘na mano? In tre pesa de meno…’
Roberto: ‘Ma si dai, lo sciogliamo nell’acido tipo breaking bad…’ – interviene per ultimo
Aldo: ‘daje, me piace l’acido, che ne pensi Valè?’
Valerio: ‘è tossico. Continuo a proporre l’ipotesi Tevere. Poi diamo la colpa ai pacifisti!’
‘Vale, ai pacisisti o a Casapound? Non è proprio la stessa cosa’
Valerio: ‘uno dei due, è uguale…basta che amino la violenza’
E’ evidente che i tuoi amici non possono aiutarti, chiudi la conversazione.
DRIIIIIIIIIIIIIIN
Oddio, odii il tuo telefono, specie quando squilla nei momenti di massimo panico
Non conosci il numero ma è tardi e, chiunque sia, non può avere la tua attenzione.
Lo affronti di petto:
“SE PO’ SAPE’ CHI CAZZO SEI?? Sono nel mezzo di un dramma, non mi serve nie…”
“Sono Mister M, se po’ sapè dove cazzo sei finito?”
“ah… eh… scusa… no è che… m’ero perso sai… pensavo che-”
“ti ho mandato una mail”
“per dirmi?”
“leggi la mail…”
“ma siamo al telefono… non mi puoi dire qua che vuoi?”
“potrei, ma non voglio e devo andare, leggi la mail. E sbrigati anche.”
Risali i gradini di fretta, stavolta a tre a tre: fai pausa al quarto piano per riprendere fiato.
Non sei più il ghepardo di una volta.
Anche se non ti è ben chiaro quando è stato per te questo ‘una volta’
Ti fiondi al PC, pronto a chiamare i tuoi per dirgli che dovrai lavorare fino a Capodanno 2018.
Leggi la mail:
“Bertuccia, ti chiamo domani, così finiamo. Ciao. Mister M.
Ma non te lo poteva dire per telefono?
Maledetto.
—— THE END ——
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